ADELE FICARELLI: da staffetta partigiana a dirigente politica.

16 Novembre 2012 Lascia un commento »

 

   A tre anni dalla morte, l’ ANPI di Taranto ha voluto ricordare Adele Ficarelli, giovane staffetta partigiana in Emilia, poi dirigente politico e consigliere provinciale a Taranto, attraverso le parole di Giovanni Battafarano, Adriana Murri, Pino Stea, Emanuele Palmisano.

   Grande è stato il contributo delle donne alla Resistenza. Le staffette partigiane portavano informazioni, viveri, indumenti; si muovevano in bicicletta o a piedi, rischiavano la vita, come a tante di loro è accaduto. Tra le staffette partigiane operarono donne che furono poi protagoniste della Repubblica. Ricordiamo per tutte Tina Anselmi, cattolica, Ministro del Lavoro e della Sanità, Presidente della Commissione sulla P2; Nilde Iotti, comunista, Presidente della Camera dal 1979 al 1992. Adele ha fatto parte di questa straordinaria leva di donne protagoniste della Resistenza e fondatrici della Repubblica.

   Nata a Carpi, orfana di padre in tenera età, cominciò a lavorare subito dopo le elementari; staffetta partigiana tra Modena e Carpi; dopo la Liberazione, entrò come operaia nelle Fonderie Riunite e divenne rappresentante sindacale. Dopo i tragici fatti del 9 gennaio 1950, quando sei operai persero la vita per mano della polizia, Adele fu licenziata. Entrata nell’ organizzazione giovanile comunista, successivamente venne a Taranto per una campagna elettorale. Conosciuto Pino Pichierri, che divenne suo marito, Adele scelse Taranto come la sua seconda città e qui svolse un’ intensa attività politica come dirigente di partito, consigliere provinciale, ma anche come responsabile del Tribunale dei Diritti del malato.

   Noi l’ abbiamo conosciuta così : generosa, instancabile, dotata di  senso politico e di grande capacità organizzativa. Nel ricordare una figura come Adele Ficarelli, non ci limitiamo a rivolgere lo sguardo al passato, ma ragioniamo sul modo migliore per rispondere alla crisi della politica. La buona politica ha bisogno di uno sguardo lungo, di ricongiungersi alle sue radici, alla Resistenza, alla Costituzione, alla Repubblica. In quella straordinaria stagione, l’ Italia non solo riconquistò la libertà e  la dignità nazionale, ma costruì la politica come agire collettivo, come partecipazione popolare, come protagonismo delle donne, come capacità di guardare al proprio territorio come al mondo intero.

   Di fronte alla crescita della cattiva politica o dell’ antipolitica, tornare alle radici della democrazia è un’operazione doverosa e salutare.

                       Il Comitato provinciale ANPI Taranto

Pubblicità