L’ultimo treno da Luckenwalde (Scorpione Editrice)

16 Dicembre 2013 Lascia un commento »

Il libro di Salvatore Pignatelli dedicato alla figura di Giovanni De Florio ben si inserisce nella memorialistica legata alla Seconda guerra mondiale, e in particolare all’esperienza della deportazione. Giovanni De Florio è un giovane medico tarantino che vede l’Italia aderire entusiasticamente e superficialmente all’alleanza con Hitler e scivolare di conseguenza verso la barbarie  delle leggi razziali e poi verso la guerra. De Florio viene arruolato come ufficiale medico e combatte in Grecia e in Albania, mentre la guerra si presenta ben più complicata della passeggiata militare ipotizzata inizialmente. Arriva l’11 novembre 1940, la notte di Taranto, che sarà presa a modello dai giapponesi un anno dopo per l’attacco a Pearl Harbour; arrivano le sconfitte militari, il crollo del regime, il governo Badoglio; la Repubblica di Salò, che riprende la guerra a fianco della Germania. Per i militari italiani, per tanti italiani è il momento delle scelte. L’esercito nazista ha occupato la Penisola, ma tanti militari italiani rifiutano di aderire alla Repubblica di Salò; tanti prendono le armi contro i tedeschi; tanti vengono catturati e deportati in Germania. Sono gli IMI, Internati militari italiani, non riconosciuti come prigionieri di guerra; sono 650 mila, 200 mila dei quali non fecero più ritorno.

   De Florio viene deportato a Luckenwalde, dove rimarrà prigioniero sino al 3 ottobre 1945, ben oltre la caduta del nazismo. Molto belle le pagine del libro dedicate alla vita quotidiana nel lager, alla lotta per la sopravvivenza: come nutrirsi, come vestirsi, come curarsi, come stabilire relazioni con i carcerieri e gli altri carcerati: i contatti con persone delle più varie nazionalità: lo spirito mercantile dei greci, l’alterigia dei francesi, la bonomia di un prigioniero polacco. Si avverte, in queste pagine, l’eco di quello straordinario libro “Se questo è un uomo” di Primo Levi, che ha raccontato da par suo l’abisso di sofferenza e di degradazione della dignità dell’uomo, che si realizzava nei lager.

   A Luckenwalde, De Florio conosce don Vittorio Poloni, cappellano militare, altri medici pure prigionieri e man mano costruisce una strategia di sopravvivenza, rivelando una sorta di identità multiforme. Da un lato fa il medico e nell’ospedale da campo “Lazzarett” cura i numerosi soldati italiani affetti da tubercolosi polmonare, mettendo in pratica la metodica del pneumotorace di Forlanini. Dall’altro rivela un’insospettata abilità commerciale. Nel capitolo XI, De Florio racconta come da un lenzuolo trafugato furtivamente si ricava un paio di mutande, poi scambiate per un pane di segale a cassetta, a sua volta permutato in una tavoletta di cioccolata, a sua volta scambiata per pane bianco e così via.

   E’ giusto far conoscere storie come questa di Giovanni De Florio, non solo come doveroso esercizio della memoria, ma come passaggio alla coscienza, specie per le giovani generazioni. Dobbiamo essere consapevoli che le radici della Repubblica democratica sono lì, nella Resistenza e nella Guerra di Liberazione  dal fascismo e dal nazismo. Taranto ha dato il suo contributo alla Liberazione con tanti protagonisti e tanti caduti: Pietro Pandiani fu comandante partigiano di Giustizia e Libertà in Emilia Romagna; il colonnello Ugo De Carolis, ufficiale di collegamento tra l’Arma dei CC e la Resistenza, fu imprigionato e torturato a via Tasso e poi trucidato alle Fosse Ardeatine; Antonio Quagliati, capitano medico, partigiano combattente, arrestato nel luglio del 1944, deportato a Dachau, vi morì il 31 marzo 1945. E tanti altri.

   L’ANPI Taranto, attraverso l’Archivio Biblioteca che stiamo costituendo, vuole raccogliere la documentazione delle vicende attraverso le quali siamo passati dalla Dittatura alla Repubblica. Ogni popolo vive il presente, progetta il futuro, ma non può non avere salde le radici nel passato. Uno squarcio di questo passato, Salvatore Pignatelli e Giovanni De Florio ci hanno aiutato a illuminare.

   Giovanni Battafarano Presidente ANPI Taranto

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