Un articolo di Lucio Villari

13 Novembre 2014 Lascia un commento »

Su “la Repubblica” del 10 novembre 2014, il grande storico Lucio Villari ha dato molto rilievo all’enciclica del 1921, nella quale Benedetto XV riabilitava il poema dantesco, accogliendo il rifiuto del poeta rispetto ai tanti poteri fraudolenti della Chiesa, temporale e non. Nello stesso articolo il Villari elogiava un pontefice di grande intelligenza politica: aveva denunciato la “inutile strage” della Prima guerra mondiale. Purtroppo Giovanni Della Chiesa, il Papa crucco, come lo chiamavano i francesi, fermo sostenitore degli imperi centrali, aveva ridotto la corte papalina ad un quartier generale di spioni germanici come come il Barone Stockhammern, che poteva entrare anche di notte nei corridoi vaticani e la superspia Rudolf Gerlach, il suo cameriere segreto. Ambedue potevano trasportare documenti riservati, usando la valigia diplomatica, immuni da qualunque tipo di controllo. Fra le molte imprese di questi due personaggi, vanno ricordati i due grandi sabotaggi, della “Benedetto Brin “a Brindisi (oltre quattrocento vittime) e della Leonardo da Vinci a Taranto (un numero incalcolabile). “la inutile strage”  e il dovizioso foraggiamento germanico alle casse vaticane durante tutta la guerra attraverso le banche svizzere. Speriamo di non risentire ancora la vecchia canzone del crucco pacifista.

Su questi temi, nel sito dell’Anpi Taranto, nel nostro testo “Taranto durante la grande guerra”, abbiamo sufficientemente argomentato.
Roberto Nistri, 10 novembre 2014.

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