Ho conosciuto Nino D’Ippolito nei primi anni Settanta, quando entrai nel PC ionico e mi trovai a cospetto di un gruppo dirigente di grande competenza e autorevolezza, Nel 1972, Nino aveva concluso la sua esperienza parlamentare ed aveva ricominciato, con modestia e generosità, la sua attività come dirigente del partito ionico. Egli era molto disponibile a dialogare con i giovani e a trasmettere la miniera di conoscenze e di sapienza politica che aveva accumulato in trent’anni di milizia a sinistra.
Egli infatti aveva aderito al Partito comunista d’Italia, come si chiamava allora, sin dal 1943, ancora sotto il regime fascista. L’Antifascismo fu sempre la bussola della sua milizia politica. Apparteneva ad una famiglia comunista, a partire dal padre, ai fratelli Euro ed Eneide, alla moglie Ave Quaratino. Ben presto divenne giovane dirigente del partito e nel 1946 fu direttore del giornale di Unità Proletaria. Il comunismo ionico aveva una base di massa tra gli operai dell’Arsenale Marina Militare e dei Cantieri Navali e ben presto divenne una forza robusta , tanto da esprimere nell’immediato dopoguerra, due Sindaci comunisti, Odoardo Voccoli e Carlo Di Donna, e, successivamente, nel 1956, il Sindaco Nicola De Falco. Nino D’Ippolito fu segretario della Federazione comunista di Taranto e contribuì alla costruzione di una delle più forti organizzazioni comuniste del Mezzogiorno. Successivamente, diresse anche il partito di Brindisi e nel 1963 fu eletto deputato al Parlamento e rieletto nel 1968, con percentuali elevate, che avvicinavano Taranto ai livelli delle regioni rosse. In Parlamento, Nino mostrò grande competenza sulle questioni economiche e sulle problematiche della Difesa, oltre che della neonata industria siderurgica ionica.
Negli anni in cui ci frequentammo di più, discutevamo di politica, ma anche di libri e di cinema. Avevamo, inoltre una passione in comune: il gioco degli scacchi. Sulla scacchiera, ritrovavamo tante affinità con la politica: saper difendere e saper attaccare; coordinare i pezzi e fare gioco di squadra; non sottovalutare l’avversario né farsi intimidire da lui. Insomma, facevamo battaglie politiche anche sulla scacchiera. Ora che se n’è andato, ricordiamo in lui uno dei protagonisti della costruzione di una grande sinistra ionica, al servizio dei lavoratori, al servizio dell’Italia.
Giovanni Battafarano Presidente ANPI Taranto