FUORIGIOCO

30 Dicembre 2013 Lascia un commento »

 

 Nell’ormai consueto intreccio tra analisi politica e metafore calcistiche, Mauro Calise racconta , nel suo “Fuorigioco La sinistra contro i suoi leader” Editori Laterza 2013, come la sinistra sia riuscita negli ultimi vent’anni, ad azzoppare  tutti i suoi capi, pure democraticamente scelti, Prodi, D’Alema, Veltroni, Bersani perché schiava di un pregiudizio contro la personalizzazione della politica, che affonda le sue radici nella cultura politica dei grandi partiti popolari di massa, da cui deriva  il Partito democratico.

   Calise riconosce il “ ruolo instancabile dei grandi partiti popolari…per salvare la democrazia”(p.5), ma quell’epoca è ormai passata e rimanere legati a modelli superati porta inevitabilmente in un vicolo cieco. “La personalizzazione del comando non è un demone antidemocratico che reincarna i fantasmi del passato. E’ la forma di governo egemone in tutte le democrazie atlantiche”(p.4). Anzi solo una personalizzazione perseguita in via democratica può rappresentare un’alternativa al populismo e all’antipolitica. L’avversione alla personalizzazione democratica nei gruppi dirigenti della sinistra  si è rafforzata con l’avvento di Berlusconi sulla scena politica, finendo con l’identificare la personalizzazione con il berlusconismo. E’ sulla base di tale diffidenza che si boicotta Prodi nel suo progetto dell’Ulivo di spostare l’asse della direzione dalla coalizione dei partiti alla leadership; fallisce il tentativo di D’Alema  di dar vita ad un premierato forte e ad una riforma sul modello tedesco; Veltroni, investito  come leader nel 2007, in nome di un partito a vocazione maggioritaria, vede sfumare il suo progetto alle elezioni politiche del 2008, che assegnano a Berlusconi una larga maggioranza parlamentare.

   La personalizzazione  della politica, così tenacemente avversata a livello macro (leadership nazionale), è viceversa copiosamente praticata a livello micro (elezioni per i consiglieri regionali e comunali), dove la presenza della preferenza  unica costringe i candidati a costruire un’organizzazione personale del consenso , poiché il competitore non è l’avversario politico, ma il collega di partito. Si potrebbe dire: molti micronotabili, nessun leader autorevole. L’introduzione del Porcellum  azzera di colpo  la  maggiore risorsa elettorale della sinistra, cioè il radicamento territoriale dei suoi candidati, giacché, con le liste bloccate, conta solo il carisma del leader e non il valore dei singoli candidati. Le primarie hanno avuto il merito di selezionare candidati sindaci o governatori, usciti poi regolarmente vincenti alle elezioni, ma               hanno acquisito un’altra funzione, quella di certificare il peso delle correnti interne del PD, ormai diciannove, tanto da provocare l’angoscioso interrogativo di Bersani:- Siamo un soggetto politico o uno spazio politico?-

   La sinistra ha sottovalutato altresì il ruolo della Rete nella democrazia moderna, nonostante i precedenti significativi specie sulla scena americana, da Ross Perot ad Al Gore, allo stesso Obama. Diventa possibile allora, al duo Grillo Casaleggio, sfruttare il grande discredito della politica, per costruire in breve tempo un partito virtuale di massa, di dimensioni analoghe ai due poli principali.La personalizzazione, così pervicacemente osteggiata a livello di premiership, trova il modo di realizzarsi  presso la Presidenza della Repubblica, con Giorgio Napolitano. Più si indebolisce la politica dei partiti, del Governo e del Parlamento più si rafforza il ruolo del Presidente della Repubblica, secondo un principio di flessibilità, per la verità previsto dai Padri costituenti.

   Il saggio di Calise sembra dar ragione ai larghi suffragi con cui iscritti ed elettori del PD hanno scelto Matteo Renzi come segretario del PD, ma con un occhio anche alla prossima contesa per la premiership. Si tratta di un investimento di fiducia molto elevato, che carica Renzi, il Governo e il PD di grandi responsabilità. Ripresa della crescita e dell’occupazione, Piano del lavoro, riforma elettorale, riduzione dei parlamentari e opzione per il Senato federale, riduzione dei costi e moralizzazione della politica. Se nel corso del 2014, non si conseguiranno risultati concreti, l’alternativa sarà il trionfo dell’antipolitica, del populismo dell’antieuropeismo, dei forconi. Cioè, non la buona , ma la cattiva personalizzazione.

     Giovanni Battafarano

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