TARANTO DAL 1945 AL 1948 LO STRANO DOPOGUERRA

20 Maggio 2013 Lascia un commento »

 

     Una delibera della Giunta comunale del 15 settembre 1945 proponeva di intestare una piazza della città ai partigiani tarantini caduti per la libertà. Con scarso rispetto per la toponomastica, piazza Ebalia  (il toponimo derivava dal mitico fondatore della città, nominata appunto Ebalia) veniva ribattezzata “Piazza Martiri Partigiani”. In essa piazza si doveva apporre una lapide “con incisi i nomi di tutti i caduti per la nobile causa”. Alfredo Anzoino ha chiarito come l’elenco dei nominativi fosse estremamente lacunoso ; cfr. I caduti tarantini nella Resistenza, in Taranto Democratica , a cura di Giovanni Battafarano, Scorpione, 2013. Il nome di Giuseppe Ballanti veniva aggiunto in extremis e sul nome di Cosimo Perrone rimanevano perplessità. La lapide ormai riposava in piazza Ebalia (che intanto aveva recuperato il toponimo originario) fino a quando non venne rimossa dal muro sul quale era affissa, a causa di una demolizione. Il toponimo “Martiri Partigiani” sarebbe ritornato in auge diversi anni dopo per una villetta, pur soffrendo per varie controversie. Intanto la lapide dei partigiani era stata conservata nel Municipio e doveva essere esposta soltanto nel maggio 1964, a cura dell’amministrazione Conte, democristiano. Purtroppo aveva buon gioco il giornalista Antonio Rizzo nel farsi beffe di una lapide sgangherata, apposta in una “Ebalica piazza”, che invece era “Piazza Municipio”.

     Si dice nell’epigrafe: “ Questa ebalica piazza la Patria il Popolo consacrò (sic!) ai suoi Martiri Partigiani”… Donde la fallace impressione che “Piazza Municipio” dovesse prendere il nome di Piazza Martiri Partigiani”. Rimanendo in Piazza Municipio si pensò di sopprimere con una pecetta l’imbarazzante aggettivo “ebalico” (cfr. “Voce del Popolo”, 23 maggio 1964).

     Roberto Nistri – 18 maggio 2013

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