Il libro Il sovversivo Memorie di un contadino di Massafra permette di approfondire la figura di Angelo Antonicelli, uno straordinario leader contadino, capace di organizzare nella Lega migliaia di braccianti e di strappare migliori condizioni di salario e di lavoro. “Incominciai a fare i primi contratti collettivi dei contadini, il primo fu quello della mietitura…Riuscii a ottenere un contratto vantaggioso: a £ 16 la mietitura dell’avena e a £ 18 al grano. I lavoratori vedevano che io in commissione mi battevo a punta di spada e mi difendevano” (p.33). Non siamo più alle fiammate ribellistiche, prontamente e duramente represse dallo Stato. Siamo in presenza di un movimento organizzato in tutta la Puglia, che – come ricorda Giuliano Procacci- fu l’unica Regione del Mezzogiorno in cui si manifestò un’iniziativa di massa con caratteristiche similari a quanto avveniva nella Pianura padana.
Un leader contadino si rende ben presto conto dell’importanza dell’istruzione “ Voi giovani istruitevi, che saper leggere e scrivere per voi sarà utile”(p.26). Questo movimento impetuoso permette nel 1920 di conquistare il Comune di Massafra e di eleggere un sindaco socialista, il farmacista Carano. Qualche anno dopo, la violenza fascista si abbatterà sull’Amministrazione comunale e sul movimento bracciantile massafrese. Angelo Antonicelli fu arrestato, processato e condannato dal Tribunale speciale per la Sicurezza dello Stato. Trascorse oltre sei anni in carcere e conobbe altri capi della sinistra ionica, da Odoardo Voccoli ai fratelli Mellone, da Giuseppe Latorre a Umberto Candelli.
Quando uscì dal carcere e ritornò a Massafra, Antonicelli avvertì il clima cambiato, un forte isolamento “In tutta Massafra c’era una lucerna con una piccola fiamma che si vedeva appena…era di Angelo Antonicelli”. Tuttavia, qualche anno dopo”…quella luce che pareva spenta dette una fiammata che dette luce a Massafra e a tutta l’Italia”(p.61).
Dobbiamo essere grati a persone come Angelo Antonicelli, Voccoli, Latorre, Mellone, Candelli, che hanno combattuto tenacemente per tenere accesa la fiammella. Da loro, nasce la nuova Italia. Nel giro di tre anni, dall’8 settembre 1943 al 2 giugno 1946, l’Italia si libera del fascismo e dell’occupazione tedesca; sceglie la Repubblica, si dà la Costituzione più bella del mondo, concede il voto alle donne. Comincia una nuova stagione dell’Italia, con una crescita impetuosa, un miglioramento delle condizioni dei lavoratori, ma anche tante pagine oscure, dalle stragi, alle trame nere, al terrorismo.
In un momento di crisi come questo, occorre trarre ispirazione dalle radici della Repubblica: l’antifascismo, il primato del lavoro, la coesione sociale e nazionale, il ruolo democratico dei partiti, dei sindacati, dei corpi intermedi; la democrazia che include e promuove; il rifiuto del razzismo, dell’intolleranza, dell’antipolitica. Un filo ideale giunge dai tempi di Antonicelli sino a noi: dobbiamo raccoglierlo e trasmetterlo alle giovani generazioni.
Giovanni Battafarano
Intervento svolto in occasione della presentazione del libro Il sovversivo a Martinafranca, presso il Palazzo Ducale, il 30 novembre 2013.