Maruggio: una strada da cambiare…

Dicembre 4th, 2012 Leave a reply »

 

Caro sindaco Chimienti, le scrivo in merito alla toponomastica della sua città. Tanti non ci badano. Io e altri, forse per “difetto professionale”…si, invece. Nella città da lei amministrata, risulta tutt’oggi intitolata una strada ad Italo Balbo, il più famoso e celebre squadrista del fascismo; quello che, per intenderci, all’epoca in cui era segretario del fascio di Ferrara, guidò con tale efficacia le spedizioni squadristiche nella provincia, da distruggere uno dei movimenti socialisti apparentemente più forti d’Italia. Oltre a questo grande risultato per il regime, il gerarca in questione riuscì a legare il suo nome anche all’uccisione ad Argenta di Don Giovanni Minzoni: fervente cattolico, cappellano nel 1910 e arciprete di Argenta dal 1915, che si dedicò particolarmente all’organizzazione politica e sociale dei giovani cattolici dell’epoca. Uno, due… furono tanti i colpi di bastone che finirono la vita del povero arciprete quella maledetta sera del 23 agosto 1923. A questo punto, penso che sia più interessante apprendere quale caratura morale avesse quest’uomo indicatoci come a volte semplicemente come “un simbolo di coraggio” dalle sue stesse parole. Diario 1922: <Prendo posto io stesso, insieme a Baroncini, con Caretti di Ferrara e con il giovane Rambelli di Ravenna, in un’automobile che apre una lunga colonna di camions e si parte. Questa marcia iniziata alle undici di ieri mattina 29, è terminata stamane 30. Quasi 24 ore continuate di viaggio, durante il quale nessuno ha riposato un momento né toccato cibo. Siamo passati da Rimini, Sant’Arcangelo, Savignano, Cesena, Bertinoro, per tutti i centri e le ville tra la provincia di Forlì e la provincia di Ravenna, distruggendo e incendiando tutte le case rosse, sedi di organizzazioni socialiste e comuniste. E’ stata una notte terribile. Il nostro passaggio era segnato da alte colonne di fuoco e di fumo>. Dal memoriale dell’ex gerarca T. Beltrami apprendiamo che Balbo, in vista delle elezioni della primavera 1924, spiegava ai camerati il giusto atteggiamento da avere proferendo tali parole: <Prendiamo dunque questo privilegiato elettore, gli rompiamo la testa, anche se ha votato per noi, pazienza per lui, gridandogli: “Vigliacco hai votato per i socialisti”. Saremmo così sicuri che dopo questo esempio nessuno si arrischierebbe più a non votare la lista nazionale>.

In virtù di quanto detto fin’ora, per me e credo per tanti altri aspiranti democratici e civili abitanti di questo triste Paese in abbandono quale è diventato l’Italia, il permanere di tale intitolazione, forse anche per mera disattenzione, è un’offesa nei riguardi della nostra Repubblica, nata proprio dalla Resistenza a certi individui i quali, nel realizzare quel progetto antidemocratico durato un ventennio, macchiarono l’onore dell’Italia, infangarono la sua onorabilità, con indescrivibili orrori e nefandezze. Spero, caro sindaco, voglia gentilmente accogliere questa mia pacata ma ferma riflessione e sollecitazione, e prendere in considerazione quanto prima l’idea di trovare una figura più onorevole, civile e rispettosa della dignità umana, al quale dedicare quella via. I miei ossequi,
Angelo Farano, tessera Anpi Taranto

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