Riflessione di Pinuccio Stea

17 Aprile 2013 Lascia un commento »

“Perché vi impegnate per ritrovare e mettere insieme documenti, ricordi, libri che riguardano fatti ormai lontanissimi ?”, “Perché continuate a parlare di Resistenza al fascismo e di Liberazione dal fascismo, quando ormai il fascismo non esiste più ?”, “Non si corre il rischio di contribuire a mantenere vive delle divisioni, che invece bisognerebbe superare nello spirito di una ritrovata “unità nazionale” ?”. Sono alcune delle domande che talvolta ci si sente porre, illustrando gli obiettivi di uno dei progetti che l’ANPI di Taranto sta portando avanti: quello della costruzione di un archivio/biblioteca dell’Antifascismo tarantino dal 1922 al 1946. Domande che, spesso poste in assoluta buonafede, sono il frutto di una sottile campagna portata avanti nel corso di questi anni tendente a mettere sullo stesso piano oppressori ed oppressi, che “in ogni caso erano, entrambi, portatori di valori”; anzi, talvolta, una simile operazione si spinge fino a tentare di ribaltare completamente la storia, puntando l’indice contro “i sanguinari partigiani” che si sarebbero resi responsabili “di incredibili efferatezze” contro gli “inermi” fascisti della RSI, che “si trovavano lì non per convinzione, ma per l’avverso destino” ! Il punto è, allora: ma è proprio morto il fascismo, non in quanto regime realizzatosi nel corso di un determinato periodo storico ma in quanto visione di rapporti nella società, di rapporti con chi è “diverso” dal punto di vista della razza, dal punto di vista religioso, dal punto di vista politico e culturale ? La realtà che stiamo vivendo in Europa, in una crisi drammatica e di portata epocale, ci dice esattamente il contrario: il rispuntare di fenomeni neofascisti e neonazisti in Grecia, con Alba Dorata, e in altri paesi come l’Ungheria ne è testimonianza. Ed anche in Italia assistiamo alla ripresa di giudizi “assolutori” nei confronti dell’esperienza fascista italiana, da parte di Berlusconi, di una parte degli ex AN e di altri. Sulla base di queste brevi considerazioni appare quindi evidente come la costruzione di un archivio/biblioteca dell’Antifascismo a Taranto, l’impegno a mantenere vivo il sentimento antifascista, non sia un’operazione che guarda al passato ed alla mera esigenza di ricordarlo, ma al contrario è un’operazione che guarda prevalentemente al presente ed al futuro della nostra Nazione per impedire il ripetersi di esperienze tragiche vissute dal popolo italiano. Pinuccio Stea

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