GROTTAGLIE 12 agosto 2014 Serata- incontro in omaggio a BRUNO CANOVA
(Partigiano- Incisore- Pittore) Bologna 1925- Lacco Ameno 2012
Bruno Canova è stata una delle più nobili espressioni di quella generazione di giovani italiani, che si batterono- tanti di loro persero la vita- per riscattare la libertà e l’onore dell’Italia. Grazie ai partigiani, a proposito dell’8 settembre oggi è possibile parlare non di “Morte della Patria”, ma di “Renovatio Patriae”, su basi libere, democratiche, repubblicane: l’Italia democratica fondata sul lavoro.
Militare durante la seconda guerra mondiale, Canova viene arrestato per aver tentato di organizzare un nucleo partigiano e deportato in un campo di concentramento nei Sudeti. Dopo la liberazione, valorizza la sua vena artistica, frequenta corsi di grafica e di pittura e diventa un artista affermato, partecipando a varie mostre individuali e collettive. Tra le sue tante opere ricordiamo almeno “L’arte della guerra”, una raccolta di tavole, dalla nascita del fascismo alle leggi razziali, alla Shoah, alla Liberazione. Lorenzo Canova, critico d’arte e figlio di Bruno, ha ben connotato la poetica del padre: “Testimoniare attraverso le arti visive una delle pagine più sconvolgenti della storia, prendendo a riguardo una posizione chiara. Un impegno etico, una responsabilità sociale. Bruno temeva che le generazioni future ne perdessero la memoria”. Perciò L’arte della guerra divenne una mostra itinerante che toccò oltre trenta città italiane.
Il cruccio di Bruno Canova era pienamente fondato. Nell’ultimo ventennio, la Resistenza è stata oggetto di revisionismo acritico. Si è tentato di mettere sullo stesso piano i partigiani e i repubblichini; di trasformare la Festa di Liberazione in Festa della Libertà; di spostare la Festa dal 25 aprile alla domenica successiva; di intitolare un aeroporto romagnolo a Benito Mussolini. Si è finanziato con 275 mila euro un monumento a Rodolfo Graziani, responsabile di stragi efferate in Etiopia e condannato come criminale di guerra da un Tribunale della Repubblica. Oggi possiamo dire che l’ondata revisionista è stata fermata. Ma non una volta per sempre. Ogni tanto spunta il mito del fascismo “buono”, rispetto al nazismo”cattivo”. Decisivo è perciò il rapporto con le giovani generazioni, cui Canova guardava con tanta attenzione. Egli avrebbe apprezzato la recente firma del Protocollo tra Ministero dell’Istruzione e ANPI, per la formazione degli studenti sui temi della Resistenza e della Costituzione.
Bruno Canova ha coltivato nella sua vita l’idea del giusto e l’idea del bello: l’idea del giusto nella sua esperienza di partigiano combattente, l’idea del bello nella sua esperienza di artista. Il bello non come evasione dalla realtà o fuga dal dolore dal mondo, ma come piena consapevolezza che il bello nasce come impegno ad affermare il giusto, come trasmissione di valori di libertà e di riscatto. Specie nei momenti di crisi, una comunità deve tener salde le sue radici. Le radici della Repubblica democratica sono nella Resistenza e nella Costituzione, che Canova ha onorato con la lotta partigiana e la sua arte appassionata.
Giovanni Battafarano Presidente ANPI Taranto