GIORNATA DELLA MEMORIA 2014-01-21

Gennaio 27th, 2014 Nessun commento »

 

La Giornata della Memoria richiama tutti noi ad una riflessione critica su vicende terribili della nostra storia, quando il senso dell’umanità sembrava cancellato e una violenza cieca e brutale si abbatteva su persone incolpevoli e inermi.

   Ricordiamo l’olocausto degli ebrei, il folle tentativo di annientare un popolo intero; i treni della morte, i campi di concentramento e di sterminio, i sei milioni di ebrei sterminati. Eppure, da alcuni anni a questa parte non mancano storici revisionisti e negazionisti, che tentano pervicacemente di sminuire, attenuare o addirittura negare le dimensioni terribili del genocidio. Né mancano, ancora ai giorni nostri, odiose manifestazioni di antisemitismo, minacce e attentati.

   La Giornata della Memoria poi è dedicata a tante altre vittime della brutale violenza: zingari, omosessuali,invalidi, tutti coloro che non rientravano nel modello dell’uomo ariano destinato a dominare il mondo.

   La Giornata della Memoria ci invita a ricordare, a riflettere, ma anche ad intervenire. I fantasmi del fanatismo, dell’intolleranza, dell’antisemitismo, della violenza, le nostalgie del fascismo e del nazismo non sono vinti una volta per sempre. Ricompaiono ai giorni nostri, approfittano della crisi economica e del disagio di larghe fasce popolari, seminano sfiducia e disperazione, si inventano capri espiatori, minano la coesione sociale e nazionale..

   Celebrare la Giornata della Memoria è tanto più efficace quanto più si è in grado di erigere una barriera morale e politica contro il risorgere di quelle idee ispiratrici del genocidio, del fanatismo, dell’intolleranza.

    Giovanni Battafarano Presidente ANPI Taranto

FUORIGIOCO

Dicembre 30th, 2013 Nessun commento »

 

 Nell’ormai consueto intreccio tra analisi politica e metafore calcistiche, Mauro Calise racconta , nel suo “Fuorigioco La sinistra contro i suoi leader” Editori Laterza 2013, come la sinistra sia riuscita negli ultimi vent’anni, ad azzoppare  tutti i suoi capi, pure democraticamente scelti, Prodi, D’Alema, Veltroni, Bersani perché schiava di un pregiudizio contro la personalizzazione della politica, che affonda le sue radici nella cultura politica dei grandi partiti popolari di massa, da cui deriva  il Partito democratico.

   Calise riconosce il “ ruolo instancabile dei grandi partiti popolari…per salvare la democrazia”(p.5), ma quell’epoca è ormai passata e rimanere legati a modelli superati porta inevitabilmente in un vicolo cieco. “La personalizzazione del comando non è un demone antidemocratico che reincarna i fantasmi del passato. E’ la forma di governo egemone in tutte le democrazie atlantiche”(p.4). Anzi solo una personalizzazione perseguita in via democratica può rappresentare un’alternativa al populismo e all’antipolitica. L’avversione alla personalizzazione democratica nei gruppi dirigenti della sinistra  si è rafforzata con l’avvento di Berlusconi sulla scena politica, finendo con l’identificare la personalizzazione con il berlusconismo. E’ sulla base di tale diffidenza che si boicotta Prodi nel suo progetto dell’Ulivo di spostare l’asse della direzione dalla coalizione dei partiti alla leadership; fallisce il tentativo di D’Alema  di dar vita ad un premierato forte e ad una riforma sul modello tedesco; Veltroni, investito  come leader nel 2007, in nome di un partito a vocazione maggioritaria, vede sfumare il suo progetto alle elezioni politiche del 2008, che assegnano a Berlusconi una larga maggioranza parlamentare.

   La personalizzazione  della politica, così tenacemente avversata a livello macro (leadership nazionale), è viceversa copiosamente praticata a livello micro (elezioni per i consiglieri regionali e comunali), dove la presenza della preferenza  unica costringe i candidati a costruire un’organizzazione personale del consenso , poiché il competitore non è l’avversario politico, ma il collega di partito. Si potrebbe dire: molti micronotabili, nessun leader autorevole. L’introduzione del Porcellum  azzera di colpo  la  maggiore risorsa elettorale della sinistra, cioè il radicamento territoriale dei suoi candidati, giacché, con le liste bloccate, conta solo il carisma del leader e non il valore dei singoli candidati. Le primarie hanno avuto il merito di selezionare candidati sindaci o governatori, usciti poi regolarmente vincenti alle elezioni, ma               hanno acquisito un’altra funzione, quella di certificare il peso delle correnti interne del PD, ormai diciannove, tanto da provocare l’angoscioso interrogativo di Bersani:- Siamo un soggetto politico o uno spazio politico?-

   La sinistra ha sottovalutato altresì il ruolo della Rete nella democrazia moderna, nonostante i precedenti significativi specie sulla scena americana, da Ross Perot ad Al Gore, allo stesso Obama. Diventa possibile allora, al duo Grillo Casaleggio, sfruttare il grande discredito della politica, per costruire in breve tempo un partito virtuale di massa, di dimensioni analoghe ai due poli principali.La personalizzazione, così pervicacemente osteggiata a livello di premiership, trova il modo di realizzarsi  presso la Presidenza della Repubblica, con Giorgio Napolitano. Più si indebolisce la politica dei partiti, del Governo e del Parlamento più si rafforza il ruolo del Presidente della Repubblica, secondo un principio di flessibilità, per la verità previsto dai Padri costituenti.

   Il saggio di Calise sembra dar ragione ai larghi suffragi con cui iscritti ed elettori del PD hanno scelto Matteo Renzi come segretario del PD, ma con un occhio anche alla prossima contesa per la premiership. Si tratta di un investimento di fiducia molto elevato, che carica Renzi, il Governo e il PD di grandi responsabilità. Ripresa della crescita e dell’occupazione, Piano del lavoro, riforma elettorale, riduzione dei parlamentari e opzione per il Senato federale, riduzione dei costi e moralizzazione della politica. Se nel corso del 2014, non si conseguiranno risultati concreti, l’alternativa sarà il trionfo dell’antipolitica, del populismo dell’antieuropeismo, dei forconi. Cioè, non la buona , ma la cattiva personalizzazione.

     Giovanni Battafarano

L’ultimo treno da Luckenwalde (Scorpione Editrice)

Dicembre 16th, 2013 Nessun commento »

Il libro di Salvatore Pignatelli dedicato alla figura di Giovanni De Florio ben si inserisce nella memorialistica legata alla Seconda guerra mondiale, e in particolare all’esperienza della deportazione. Giovanni De Florio è un giovane medico tarantino che vede l’Italia aderire entusiasticamente e superficialmente all’alleanza con Hitler e scivolare di conseguenza verso la barbarie  delle leggi razziali e poi verso la guerra. De Florio viene arruolato come ufficiale medico e combatte in Grecia e in Albania, mentre la guerra si presenta ben più complicata della passeggiata militare ipotizzata inizialmente. Arriva l’11 novembre 1940, la notte di Taranto, che sarà presa a modello dai giapponesi un anno dopo per l’attacco a Pearl Harbour; arrivano le sconfitte militari, il crollo del regime, il governo Badoglio; la Repubblica di Salò, che riprende la guerra a fianco della Germania. Per i militari italiani, per tanti italiani è il momento delle scelte. L’esercito nazista ha occupato la Penisola, ma tanti militari italiani rifiutano di aderire alla Repubblica di Salò; tanti prendono le armi contro i tedeschi; tanti vengono catturati e deportati in Germania. Sono gli IMI, Internati militari italiani, non riconosciuti come prigionieri di guerra; sono 650 mila, 200 mila dei quali non fecero più ritorno.

   De Florio viene deportato a Luckenwalde, dove rimarrà prigioniero sino al 3 ottobre 1945, ben oltre la caduta del nazismo. Molto belle le pagine del libro dedicate alla vita quotidiana nel lager, alla lotta per la sopravvivenza: come nutrirsi, come vestirsi, come curarsi, come stabilire relazioni con i carcerieri e gli altri carcerati: i contatti con persone delle più varie nazionalità: lo spirito mercantile dei greci, l’alterigia dei francesi, la bonomia di un prigioniero polacco. Si avverte, in queste pagine, l’eco di quello straordinario libro “Se questo è un uomo” di Primo Levi, che ha raccontato da par suo l’abisso di sofferenza e di degradazione della dignità dell’uomo, che si realizzava nei lager.

   A Luckenwalde, De Florio conosce don Vittorio Poloni, cappellano militare, altri medici pure prigionieri e man mano costruisce una strategia di sopravvivenza, rivelando una sorta di identità multiforme. Da un lato fa il medico e nell’ospedale da campo “Lazzarett” cura i numerosi soldati italiani affetti da tubercolosi polmonare, mettendo in pratica la metodica del pneumotorace di Forlanini. Dall’altro rivela un’insospettata abilità commerciale. Nel capitolo XI, De Florio racconta come da un lenzuolo trafugato furtivamente si ricava un paio di mutande, poi scambiate per un pane di segale a cassetta, a sua volta permutato in una tavoletta di cioccolata, a sua volta scambiata per pane bianco e così via.

   E’ giusto far conoscere storie come questa di Giovanni De Florio, non solo come doveroso esercizio della memoria, ma come passaggio alla coscienza, specie per le giovani generazioni. Dobbiamo essere consapevoli che le radici della Repubblica democratica sono lì, nella Resistenza e nella Guerra di Liberazione  dal fascismo e dal nazismo. Taranto ha dato il suo contributo alla Liberazione con tanti protagonisti e tanti caduti: Pietro Pandiani fu comandante partigiano di Giustizia e Libertà in Emilia Romagna; il colonnello Ugo De Carolis, ufficiale di collegamento tra l’Arma dei CC e la Resistenza, fu imprigionato e torturato a via Tasso e poi trucidato alle Fosse Ardeatine; Antonio Quagliati, capitano medico, partigiano combattente, arrestato nel luglio del 1944, deportato a Dachau, vi morì il 31 marzo 1945. E tanti altri.

   L’ANPI Taranto, attraverso l’Archivio Biblioteca che stiamo costituendo, vuole raccogliere la documentazione delle vicende attraverso le quali siamo passati dalla Dittatura alla Repubblica. Ogni popolo vive il presente, progetta il futuro, ma non può non avere salde le radici nel passato. Uno squarcio di questo passato, Salvatore Pignatelli e Giovanni De Florio ci hanno aiutato a illuminare.

   Giovanni Battafarano Presidente ANPI Taranto

Per ANGELO ANTONICELLI

Dicembre 2nd, 2013 Nessun commento »

 

 Il libro  Il sovversivo Memorie di un contadino di Massafra permette di approfondire la figura di Angelo Antonicelli, uno straordinario leader contadino, capace di organizzare nella Lega migliaia di braccianti e di strappare migliori condizioni di salario  e di lavoro. “Incominciai a fare i primi contratti collettivi dei contadini, il primo fu quello della mietitura…Riuscii a ottenere un contratto vantaggioso: a £ 16 la mietitura dell’avena e a £ 18 al grano. I lavoratori vedevano che io in commissione mi battevo a punta di spada e mi difendevano” (p.33). Non siamo più alle fiammate ribellistiche, prontamente e duramente represse dallo Stato. Siamo in presenza di un movimento organizzato in tutta la Puglia, che – come ricorda Giuliano Procacci- fu l’unica Regione del Mezzogiorno in cui si manifestò un’iniziativa di massa con caratteristiche similari a quanto avveniva nella Pianura padana.

   Un leader contadino si rende ben presto conto dell’importanza dell’istruzione “ Voi giovani istruitevi, che saper leggere e scrivere per voi sarà utile”(p.26). Questo movimento impetuoso permette nel 1920 di conquistare il Comune di Massafra e di eleggere un sindaco socialista, il farmacista Carano. Qualche anno dopo, la violenza fascista si abbatterà sull’Amministrazione comunale e sul movimento bracciantile massafrese. Angelo Antonicelli fu arrestato, processato e condannato dal Tribunale speciale per la Sicurezza dello Stato. Trascorse oltre sei anni in carcere e conobbe altri capi della sinistra ionica, da Odoardo Voccoli  ai fratelli Mellone, da Giuseppe Latorre a Umberto Candelli.

   Quando uscì dal carcere e ritornò a Massafra, Antonicelli avvertì il clima cambiato, un forte isolamento “In tutta Massafra c’era una lucerna con una piccola fiamma che si vedeva appena…era di  Angelo Antonicelli”. Tuttavia, qualche anno dopo”…quella luce che pareva spenta dette una fiammata che dette luce a Massafra e a tutta l’Italia”(p.61).

   Dobbiamo essere grati a persone come Angelo Antonicelli, Voccoli, Latorre, Mellone, Candelli, che hanno combattuto tenacemente per tenere accesa la fiammella. Da loro, nasce la nuova Italia. Nel giro di tre anni, dall’8 settembre 1943 al 2 giugno 1946, l’Italia si libera del fascismo e dell’occupazione tedesca; sceglie la Repubblica, si dà la Costituzione più bella del mondo, concede il voto alle donne. Comincia una nuova stagione dell’Italia, con una crescita impetuosa, un miglioramento delle condizioni dei lavoratori, ma anche tante pagine oscure, dalle stragi, alle trame nere, al terrorismo.

  In un momento di crisi come questo, occorre trarre ispirazione dalle radici della Repubblica: l’antifascismo, il primato del lavoro, la coesione sociale e nazionale, il ruolo democratico dei partiti, dei sindacati, dei corpi intermedi; la democrazia che include e promuove; il rifiuto del razzismo, dell’intolleranza, dell’antipolitica. Un filo ideale giunge dai tempi di Antonicelli sino a noi: dobbiamo raccoglierlo e trasmetterlo alle giovani generazioni.

     Giovanni Battafarano

Intervento svolto in occasione della presentazione del libro Il sovversivo a Martinafranca, presso il Palazzo Ducale, il 30 novembre 2013.

 

VERBALE COMITATO PROVINCIALE ANPI TARANTO 16 novembre 2013

Novembre 20th, 2013 Nessun commento »

Alla riunione del comitato ANPI Taranto partecipano anche Pasquale Lasigna, fiduciario ANPI Massafra, Cosimo Miccoli, fiduciario ANPI Statte, Franco Vinci, fiduciario ANPI Montemesola, Massimo Turco e Agnese Lincesso, collaboratori dell’Ufficio di Organizzazione.

Il Presidente Giovanni Battafarano comunica il raggiungimento dell’obiettivo di 300 iscritti per il 2013, ma sottolinea che il recupero è avvenuto negli ultimi due mesi. Per il 2014, occorrerà  concentrare l’attività di tesseramento nei primi mesi dell’anno. Il Presidente sottolinea altresì il positivo esito della visita al Museo Storico della Resistenza a via Tasso e al Quirinale.

Domenica 24 novembre l’ANPI avvierà il tesseramento per il 2014 e, al contempo, manifesterà la sua contrarietà al progetto di riforma costituzionale, attualmente all’esame del Parlamento. L’ANPI Taranto sarà in Piazza della Vittoria a Taranto, a Martinafranca in Piazza Venti settembre e a Massafra  in Piazza Vittorio Emanuele dalle 10 del mattino.

L’ANPI Taranto riprenderà la sua iniziativa nelle scuole e il Progetto Archivio Biblioteca dell’ Antifascismo a Taranto, che è stato giudicato positivo dalla Regione Puglia, ma non ancora finanziato per mancanza di fondi.

Il Comitato provinciale delibera che le sezioni locali dell’ANPI manterranno il 50% delle risorse raccolte con il tesseramento per le spese di organizzazione.

Taranto, 16 novembre 2013

Il responsabile Organizzazione                                      Il Presidente

Giuseppe Ruggi                                                          Giovanni Battafarano

Novembre 7th, 2013 Nessun commento »

 

 

 

IV NOVEMBRE 2013

Novembre 4th, 2013 Nessun commento »

 

CONFEDERAZIONE ITALIANA

FRA LE ASSOCIAZIONI COMBATTENTISTICHE                                     E PARTIGIANE

   

                                          I V   N O V E M B R E

                                       

GIORNATA  FESTA  delle FORZE ARMATE  E DELL’UNITÁ NAZIONALE


         I Combattenti, Decorati al Valor Militare, Congiunti dei Caduti, Mutilati ed Invalidi di Guerra, Protagonisti della Guerra di Liberazione e dellaResistenza, Reduci dalla Deportazione, dall’Internamento e dalla Prigionia, in memoria della grande guerra e della sua conclusione


RICORDANO 


 

quanti, fedeli   alla   Bandiera, sacrificarono   la loro esistenza   o subirono immani sofferenze per  una Italia libera e indipendente;

 


RIVIVONO


 

nell’anno   in   cui   iniziano   le   Celebrazioni   del   70°   anniversario   della Resistenza   e   della    Guerra   di   Liberazione,   il    sentimento   corale    edesemplare di orgoglio del popolo italiano che ha portato, con la lotta al nazifascismo, alla riconquista della libertà e della democrazia nel nostro Paese;

 


                                                             MANIFESTANO

                                                                             

riconoscenza alle Forze Armate, presidio delle Istituzioni repubblicane, e ai militari che anche all’estero, rischiano la vita  al servizio della  comunità internazionale, per la pace e la convivenza tra le Nazioni;

 


PERSEVERANO


 

nel trasmettere alle nuove generazioni la memoria degli eventi che hanno caratterizzato la storia della Patria.

 


                                                    La Confederazione Italiana fra le

                                            Associazioni Combattentistiche e Partigiane

 


Roma, 4 novembre 2013

In ricordo di Nino D’Ippolito

Ottobre 28th, 2013 Nessun commento »

 

   Ho conosciuto Nino D’Ippolito nei primi anni Settanta, quando entrai nel PC ionico e mi trovai a cospetto di un gruppo dirigente di grande competenza e autorevolezza, Nel 1972, Nino aveva concluso la sua esperienza parlamentare ed aveva ricominciato, con modestia e generosità, la sua attività come dirigente del partito ionico. Egli era molto disponibile a dialogare con i giovani e a trasmettere la miniera di conoscenze e di sapienza politica che aveva accumulato in trent’anni di milizia a sinistra.

   Egli infatti aveva aderito al Partito comunista d’Italia, come si chiamava allora, sin dal 1943, ancora sotto il regime fascista. L’Antifascismo fu sempre la bussola della sua milizia politica. Apparteneva ad una famiglia comunista, a partire dal padre, ai fratelli Euro ed Eneide, alla moglie Ave Quaratino. Ben presto divenne giovane dirigente del partito e nel 1946 fu direttore del giornale di Unità Proletaria. Il comunismo ionico aveva una base di massa tra gli operai dell’Arsenale Marina Militare e dei Cantieri Navali e ben presto divenne una forza robusta , tanto da esprimere nell’immediato dopoguerra, due Sindaci comunisti, Odoardo Voccoli e Carlo Di Donna, e, successivamente, nel 1956, il Sindaco Nicola De Falco. Nino D’Ippolito fu segretario della Federazione comunista di Taranto e contribuì alla costruzione di una delle più forti organizzazioni comuniste del Mezzogiorno. Successivamente, diresse anche il partito di Brindisi e nel 1963 fu eletto deputato al Parlamento e rieletto nel 1968, con percentuali elevate, che avvicinavano Taranto ai livelli  delle regioni rosse. In Parlamento, Nino mostrò grande competenza sulle questioni economiche e sulle problematiche della Difesa, oltre che della neonata industria siderurgica ionica.

   Negli anni in cui ci frequentammo di più, discutevamo di politica, ma anche di libri e di cinema. Avevamo, inoltre una passione in comune: il gioco degli scacchi. Sulla scacchiera, ritrovavamo tante affinità con la politica: saper difendere e saper attaccare; coordinare i pezzi e fare gioco di squadra; non sottovalutare l’avversario né farsi intimidire da lui. Insomma, facevamo battaglie politiche anche sulla scacchiera. Ora che se n’è andato, ricordiamo in lui uno dei protagonisti della costruzione di una grande sinistra ionica, al servizio dei lavoratori, al servizio dell’Italia.

                        Giovanni Battafarano Presidente ANPI Taranto

Costituita a Massafra l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia

Ottobre 22nd, 2013 Nessun commento »

 

Il 4 ottobre scorso si è costituita a Massafra l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (A.N.P.I.) alla presenza del responsabile nazionale e provinciale, Sen. Giovanni Battafarano.  La necessità di far nascere l’ANPI a Massafra costituisce un fatto di grande rilevanza culturale e istituzionale, per affermare con maggior forza la difesa della Costituzione italiana, nata dalle Resistenza contro il nazifascismo.  Il ruolo dell’ANPI, in tutte le realtà, non è solo quello di sensibilizzare le nuove generazioni, o custodire e valorizzare l’immenso valore della Costituzione più bella del mondo, ma è anche quello di rendere attuali i suoi insegnamenti, impedendo i reiterati tentativi di revisionismo storico, tesi a mettere sullo stesso livello la lotta partigiana e il collaborazionismo nazifascista.  Nella nostra città l’ANPI deve svolgere un ruolo di formazione anche nelle scuole e tra i giovani,s piegando che i principi costituzionali della libertà , dell’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge, sono valori universali da cui non si deve mai prescindere.  In questi giorni, nel Parlamento italiano, è in discussione la proposta di modifica dell’art. 138 della Carta Costituzionale, che è il caposaldo delle eventuali modifiche alla Carta stessa.  I l’ANPI, come molti giuristi e costituzionalisti, è nettamente contraria a questa manovra parlamentare, ritenendo che le modifiche costituzionale debbano avvenire sempre e comunque nel pieno rispetto dell’articolo 138 così come è stato concepito dai Padri Costituenti.  L’ANPI ritiene inoltre, che battersi per la libertà e la difesa della Costituzione non è un esercizio di retorica politica, ma è una necessità culturale allo scopo di dare valore alla Democrazia costantemente minacciata nelle sue fondamenta.  L’ANPI di Massafra, quindi, intende avviare le procedure amministrative per aderire alla locale Consulta delle Associazioni e partecipare così alla vita culturale e istituzionale della nostra città.  A questa associazione possono aderire tutti i cittadini ( uomini, donne, giovani,pensionati) che sentono forte il senso dell’antifascismo, nel ricordo dei partigiani italiani, che si sono battuti per garantirci libertà e democrazia.  Piero Calamandrei, padre costituente, scrisse che era giunta l’ora di resistere: era giunta l’ora di essere uomini, di morire da uomini per vivere da uomini.  Il tesseramento è già in corso; in seguito si stabilirà una data per il congresso cittadino, per la elezione del comitato direttivo e degli organi dirigenziali, in attesa di una sede nella quale poter dare avvio alle conseguenti attività.

Pasquale Lasigna socio ANPI  n° cell. 329 2127735

anpimassafra@virgilio.it

Francesco Berti Arnoaldi, 8 settembre 1943, “la Repubblica”, Bologna, 8 settembre 2013.

Settembre 30th, 2013 Nessun commento »

“Eravamo a Gaggio e sentimmo Badoglio alla radio.  Cominciò così, per tutti quei giovani che l’8 settembre fecero i conti col vuoto di potere e l’incertezza del destino. Francesco Berti Arnoaldi Veli, 18 anni, era liceale al Galvani…  Mai generazione fu messa di fronte a scelte come quella… Il 24 giugno salii alla chiesetta di Ronchidoso. Lì, una sorta di foresteria, presto mi raggiunsero una trentina di compagni di liceo… Più tardi giunse il capitano Pietro Pandiani, un ufficiale che aveva combattuto a Tobruk”. Trenta ragazzi e un capitano: sembra l’immagine della Resistenza. “C’era un bel clima da stato nascente, il capitano era deciso, determinato. Formammo la brigata Giustizia e Libertà della Montagna, l’unica del bolognese” …

Roberto Nistri