Intervento dell’on.le Giovanni Battafarano su “Il berlusconismo nella storia d’Italia”

Settembre 26th, 2013 Nessun commento »

Un’originale interpretazione collocata sia nello scenario nazionale sia in quello internazionale, si ritrova  nell’ultimo libro di Giovanni Orsina “Il berlusconismo nella storia d’Italia” (Marsilio editore).

   In estrema sintesi, il ragionamento di Orsina è il seguente. Sin dall’Unità nazionale del  1861, l’Italia ha dovuto misurarsi con il problema della divisione tra Paese legale e Paese reale, a causa della scarsa fiducia reciproca tra governanti e governati:i primi, considerando la società italiana arretrata e frenata da chiusure localistiche, corporative, familistiche; i secondi, nutrendo diffidenza e avversione verso lo Stato, la politica, la burocrazia pubblica. A questa separazione-incomprensione, le classi dirigenti hanno cercato di sopperire con un approccio, che Orsina definisce ortopedico e pedagogico: ortopedico, perché occorreva “raddrizzare” ciò che era storto; pedagogico, perché occorreva “rieducare” ciò che era sbagliato. Pur con le inevitabili differenze, l’approccio ortopedico e pedagogico ha accomunato la classe dirigente liberale, fascista e quella repubblicana, senza tuttavia incidere più di tanto sul divario tra Paese reale e Paese legale. Questo non significa che non ci siano state stagioni positive, come, ad esempio, l’età giolittiana o la prima fase della vicenda repubblicana.

   Come si inserisce il movimento berlusconiano in questo percorso storico? Esso rappresenta una evidente rottura con l’approccio precedente, dal momento che, sin dalla “discesa in campo”, Berlusconi afferma che la società civile italiana non ha bisogno di essere né raddrizzata né rieducata, che va bene così com’è; che, semmai, è la politica ad avere responsabilità per la scarsa fiducia verso di essa. Berlusconi, quindi, coltiva abilmente l’antipolitica, l’ipopolitica, il rifiuto della politica dei partiti e dell’antifascismo; interpreta l’aspirazione ad uno stato leggero e non intrusivo.

   Questa impostazione, da un lato entrava in sintonia con un clima generale dell’epoca, dominata dal neoliberismo della Thatcher e di Reagan; dall’altro, faceva leva sui sentimenti profondi della destra italiana: l’Uomo Qualunque di Giannini, il più diretto precursore del berlusconismo, o quella destra che in precedenza votava a malincuore per la DC, magari turandosi il naso, come suggeriva Indro Montanelli. Berlusconi così riscattava la destra italiana dalla minorità in cui era stata relegata nella prima stagione repubblicana; ne assecondava le pulsioni, non pretendeva di correggere i difetti degli italiani, che venivano accettati come erano. In tal modo, prendeva forma un impasto di liberalismo e di populismo, in cui però il primo elemento perdeva progressivamente di peso, a favore del secondo. Il ruolo personale di Berlusconi ha sempre prevalso sul partito in quanto tale, che continua ad essere un partito personale, patrimoniale, carismatico; assolutamente irriducibile ai  modelli della destra europea.

   Per esaminare la parabola del berlusconismo, occorre ora soffermarsi  sulla dialettica Platone- Popper, che Orsina richiama all’inizio della sua analisi. Se Platone si era posto il tema di chi dovesse governare, Popper ritiene che la domanda giusta sia un’altra: come organizzare le istituzioni in modo che i cattivi governanti non facciano troppi danni e possano essere sostituiti in modo pacifico. Nella politica italiana, tuttavia, la domanda platonica ha prevalso di gran lunga sulla domanda popperiana. In altre parole, si è sostenuto che la propria elite fosse assolutamente in grado di governare bene, meglio dell’elite precedente, senza preoccuparsi adeguatamente di riformare lo Stato per accrescere  funzionalità e  partecipazione democratica. La parabola berlusconiana parte dalla dichiarazione di voler riformare profondamente lo Stato secondo un approccio liberale: stato leggero, riduzione dei parlamentari, abolizione delle province, riduzione delle tasse e della spesa pubblica. Al tramonto della stagione berlusconiana, il bilancio appare fallimentare; nessuno di tali obiettivi è stato raggiunto e il berlusconismo ha ripiegato sulla mera occupazione del potere.

   Con le elezioni dello scorso febbraio, anche un lascito positivo del berlusconismo (in comune con il centro-sinistra) e cioè la democrazia bipolare pare andato disperso. La netta affermazione del Movimento 5 stelle disegna un assetto tripolare, difficilmente superabile nel breve periodo. Il grillismo, come il berlusconismo delle origini, nasce come forte reazione alla politica esistente, ma approda a conclusioni opposte : la democrazia diretta attraverso la rete. Un esito difficilmente prevedibile, che nell’immediato esclude il Movimento 5 stelle da ogni rapporto con le altre forze politiche.

    Un aspetto non sufficientemente approfondito, a mio parere, è la questione delle vicende giudiziarie di Berlusconi e di come sia stato possibile manipolare la legislazione italiana con le norme “ad personam”, adottare modelli di comportamento tanto biasimati all’estero quanto accettati in Italia. Ciò non toglie nulla all’interpretazione acuta e originale, largamente condivisibile, del lavoro di Orsina.                           Giovanni Battafarano

A settant’anni dall’8 settembre 1943

Settembre 6th, 2013 Nessun commento »

A settant’anni dall’8 settembre 1943

L’8 settembre è una data simbolo, con un duplice significato. Anzitutto, in senso negativo, richiama il crollo dello Stato, con la fuga precipitosa del Re e lo sbandamento dell’Esercito. L’assenza di direttive e la debolezza del Governo Badoglio permisero alle truppe tedesche di occupare agevolmente gran parte del territorio nazionale e di procedere all’arresto o al disarmo dei militari italiani che si rifiutarono di continuare a combattere al fianco dei nazisti.

L’8 settembre, tuttavia, ha anche un risvolto positivo giacché rappresenta l’inizio della Resistenza italiana, che permise al nostro popolo di riscattarsi da  vent’anni di dittatura e da una guerra d’aggressione. I militari della Divisione Acqui resistettero eroicamente a Cefalonia; a Napoli, militari e popolo cacciarono i tedeschi nelle Quattro Giornate; in tanta parte dell’Italia, si costituirono le prime brigate partigiane, che via via  contrastarono con sempre maggior vigore le truppe  naziste e repubblichine.

A Taranto, l’8 settembre fu vissuto in modo diverso dal resto d’Italia: non fu sparato un colpo. I tedeschi non fecero in tempo a minare il canale navigabile e, in serata, ottennero il permesso dalle autorità italiane di lasciare il porto e la città . Uno scontro si ebbe invece a Castellaneta, che costò la vita a venticinque persone.

Ragionare sulle vicende di settant’anni fa non è solo una pur doverosa opera di memoria, specie nei confronti di chi è caduto in quei giorni, ma serve anche a rimarcare che la nostra democrazia repubblicana  trae la sua legittimità storica dalla Resistenza.

L’ANPI Taranto  ha promosso la ricerca “Taranto democratica”, con contributi di Smuraglia, Anzoino, Nistri, Stea e del sottoscritto, al fine di far conoscere  alle giovani generazioni attraverso quali vicende, la nostra città è passata dalla dittatura alla Repubblica. Nei momenti di crisi, richiamarsi alle radici della nostra democrazia è il modo migliore per individuare la strada giusta.

Giovanni Battafarano Presidente ANPI Taranto

Presentazione del libro “TARANTO DEMOCRATICA”

Maggio 31st, 2013 Nessun commento »

 

Sabato 15 giugno 2013, ore 19.00 Presso Associazione Culturale “L’Impronta” Via D’Aquino, 13 – Taranto Presentazione del libro “TARANTO DEMOCRATICA dalla dittatura alla Repubblica (1943-1946)” Saluto ARTURO CAMERINO Introduzione ADALGISA VILLANI Interventi MARCELLO BUCCOLIERI LUCIANA DE CIRO GIULIANA TAGLIALATELA FRISENDA Saranno presenti gli Autori GIOVANNI BATTAFARANO ROBERTO NISTRI PINUCCIO STEA I cittadini sono invitati

TARANTO DAL 1945 AL 1948 LO STRANO DOPOGUERRA

Maggio 20th, 2013 Nessun commento »

 

     Una delibera della Giunta comunale del 15 settembre 1945 proponeva di intestare una piazza della città ai partigiani tarantini caduti per la libertà. Con scarso rispetto per la toponomastica, piazza Ebalia  (il toponimo derivava dal mitico fondatore della città, nominata appunto Ebalia) veniva ribattezzata “Piazza Martiri Partigiani”. In essa piazza si doveva apporre una lapide “con incisi i nomi di tutti i caduti per la nobile causa”. Alfredo Anzoino ha chiarito come l’elenco dei nominativi fosse estremamente lacunoso ; cfr. I caduti tarantini nella Resistenza, in Taranto Democratica , a cura di Giovanni Battafarano, Scorpione, 2013. Il nome di Giuseppe Ballanti veniva aggiunto in extremis e sul nome di Cosimo Perrone rimanevano perplessità. La lapide ormai riposava in piazza Ebalia (che intanto aveva recuperato il toponimo originario) fino a quando non venne rimossa dal muro sul quale era affissa, a causa di una demolizione. Il toponimo “Martiri Partigiani” sarebbe ritornato in auge diversi anni dopo per una villetta, pur soffrendo per varie controversie. Intanto la lapide dei partigiani era stata conservata nel Municipio e doveva essere esposta soltanto nel maggio 1964, a cura dell’amministrazione Conte, democristiano. Purtroppo aveva buon gioco il giornalista Antonio Rizzo nel farsi beffe di una lapide sgangherata, apposta in una “Ebalica piazza”, che invece era “Piazza Municipio”.

     Si dice nell’epigrafe: “ Questa ebalica piazza la Patria il Popolo consacrò (sic!) ai suoi Martiri Partigiani”… Donde la fallace impressione che “Piazza Municipio” dovesse prendere il nome di Piazza Martiri Partigiani”. Rimanendo in Piazza Municipio si pensò di sopprimere con una pecetta l’imbarazzante aggettivo “ebalico” (cfr. “Voce del Popolo”, 23 maggio 1964).

     Roberto Nistri – 18 maggio 2013

25 APRILE 2013-ANPI TARANTO-CERIMONIA AI GIARDINI PANDIANI

Aprile 27th, 2013 Nessun commento »

 


Celebriamo la Festa di Liberazione nel Settantesimo della Resistenza. Ricordiamo i partigiani, che con il loro coraggio e la scelta compiuta hanno riscattato l’onore patriottico. Tra questi partigiani, ricordiamo i tarantini Pietro Pandiani, comandante di Giustizia e Libertà in Emilia, rievocato con accenti commossi da Enzo Biagi; Osvaldo Simonetti, per lunghi anni presidente ANPI Taranto. Ricordiamo i militari che si rifiutarono di piegarsi alla Repubblica di Salò e all’occupazione tedesca, tra i quali il ten.col. Ugo De Carolis, caduto alle Fosse Ardeatine, a cui Taranto ha dedicato una scuola, una strada, la caserma dei carabinieri; le staffette partigiane, da Nilde Iotti a Tina Anselmi, alla nostra Adele Ficarelli; i contadini, che hanno aiutato i partigiani; i sacerdoti cattolici, che hanno salvato tanti ebrei dai campi di sterminio.

    Dalla Resistenza, sono nate la Costituzione, la più bella del mondo, e la Repubblica, ma oggi gli italiani sono inquieti per la grave crisi economica, il crollo dell’occupazione, la scarsa credibilità della politica. Sono inaccettabili le varie manifestazioni nostalgiche del fascismo o addirittura del nazismo, come, da ultimo, la celebrazione dell’anniversario della nascita di Hitler, a Varese. E’ importante che il Presidente della Regione Lazio Zingaretti abbia revocato un finanziamento precedente per l’erezione di un monumento ad Affile dedicato a Rodolfo Graziani, condannato da un tribunale italiano come criminale di guerra. Di grande significato la presenza di Napolitano ieri alle Fosse Ardeatine, di Laura Boldrini a Milano e di Pietro Grasso a Marzabotto. Tuttavia i rischi di populismo e di disaffezione dalla politica rimangono alti. L’ANPI Taranto continuerà la sua azione in particolare verso i giovani e la scuola, affinché i valori della Costituzione democratica e antifascista siano sempre più alla base di ogni progetto di governo dell’Italia.

  Giovanni Battafarano Presidente ANPI Tranto

IN RICORDO DI ALFREDO ANZOINO

Aprile 22nd, 2013 Nessun commento »

 


La prima immagine di Alfredo che mi viene in mente è verso la fine degli anni Sessanta, quando costituimmo a Taranto il sindacato scuola  CGIL. Ricordo Alfredo e Tommaso, Roberto, Nino, Carmelo, Ernesto, Giulio, Anna Maria, Edvige, Grazia. Eravamo giovani e dovevamo misurarci da un lato con gli esperti dirigenti dei sindacati autonomi e corporativi; dall’altro con  la contestazione studentesca e  il manifestarsi di posizioni radicali anche nel sindacalismo scolastico. All’ entusiasmo con cui ci gettammo nella mischia, Alfredo aggiungeva una nota di bonaria ironia. Ci ritrovammo ad insegnare insieme al Righi, dove l’occupazione studentesca dell’Istituto molto frequente ci impegnava  a difendere gli studenti dai tentativi del Preside e dei docenti più tradizionalisti  di risolvere tutto chiamando la Polizia . Con Alfredo, ci ritrovammo così in un lungo cammino comune nel sindacato, che ben presto crebbe e divenne un punto di riferimento per tanti docenti e non docenti; in politica, con le riunioni appassionate e faticose, le campagne elettorali, il lavoro di caseggiato; nella scuola, dove Alfredo fu per lunghi anni apprezzato docente e poi dirigente scolastico. Egli rappresentava al meglio una generazione di giovani docenti convinti che la scuola avesse una missione fondamentale: aiutare i giovani dei ceti popolari ad acquisire la consapevolezza di sé e gli strumenti culturali per svolgere un ruolo da protagonista in una società, in cui era ancora possibile una mobilità sociale. Egli, inoltre, non rinunziò mai a coltivare la sua passione per la ricerca scientifica: storico contemporaneista, insegnò anche all’Università di Taranto e fu autore di varie pubblicazioni. Negli ultimi anni, con alcuni  di quei giovani del sindacato scuola CGIL, ci siamo ritrovati nell’ANPI, per coltivare i valori della Resistenza  e della Costituzione e riprendere il gusto dei pensieri lunghi, della ricerca sulle radici della nostra Repubblica. Da questa collaborazione, è nato il libro “Taranto democratica”, che comprende, oltre gli scritti di Smuraglia, Nistri e Stea e del sottoscritto, anche un saggio di Alfredo sui “Tarantini caduti nella Resistenza e nella guerra di Liberazione”, rielaborazione di una bella conferenza di Alfredo dello scorso anno, ultimo suo lascito scientifico alla città. “Taranto democratica” sarà presentato il prossimo 6 maggio. Tutti coloro che hanno conosciuto Alfredo ne ricordano la profonda umanità, la correttezza professionale e politica, la cultura vasta e sottile, il rispetto di chi la pensava diversamente,  il grande amore per la scuola e la politica; il forte attaccamento alla famiglia. Perciò, Alfredo manca a Libera, ad Enrico, a Valeria, a Tommaso, ai familiari tutti, agli amici, agli studenti, a quanti lo hanno conosciuto e apprezzato. Manca a tutti noi. 

IL 5 PER MILLE ALL’ANPI

Aprile 20th, 2013 Nessun commento »

Carissima, carissimo, vorrei ricordarti di destinare, in occasione della prossima dichiarazione dei redditi, il “5 per 1000” all’ANPI. Con queste risorse, l’ANPI organizza in ogni parte d’Italia manifestazioni, incontri, corsi di formazione per i giovani in nome dei valori della Resistenza, della Costituzione, della Repubblica, in una stagione in cui purtroppo non mancano esibizioni e gesti che si richiamano al fascismo o al razzismo o all’antisemitismo, talvolta nell’inerzia delle autorità preposte. L’ANPI di Taranto, in particolarre, ha molto insistito sul rapporto con gli studenti e con il mondo della scuola. La tua scelta per il “5 per 1000” all’ANPI ci incoraggia a proseguire su questa strada. Cordiali saluti Giovanni Battafarano presidente ANPI Taranto

PROGRAMMA INIZIATIVE 25 APRILE 2013

Aprile 20th, 2013 Nessun commento »

Carissime e carissimi

il 25 aprile cade in un momento di gravissima crisi economico-sociale e politica per il Paese. Proprio per questo, il 25 aprile èun grande richiamo alle cittadine e ai cittadinia tornare a incontrarsi e a riflettere insieme.

Vogliamo realizzare una Festa grande nel solco delle sue radici autentiche: antifascismo e Resistenza.

Ti chiediamo pertanto di partecipare alle iniziative previste:

Taranto ore 10.15: Piazza della Vittoria, cerimonia ufficale con partecipazione ANPI

ore 11.15: Giardini Pandiani, manifestazione ANPI

Martina Franca ore 11: piazza centrale, manifestazione ANPI

Leporano ore 17: cerimonia ufficiale con partecipazione ANPI

Giovanni Battafarano

Presidente ANPI Taranto

Presentazione del libro “TARANTO DEMOCRATICA dalla Dittatura alla Repubblica (1943-1946)”

Aprile 17th, 2013 Nessun commento »

 

ANPI TARANTO

SCORPIONE EDITRICE

 

Lunedì 6 maggio 2013

Ore 18,00

 

CENTRO SPORTIVO MAGNA GRECIA

Via Zara, 121 – Taranto

 

Presentazione del libro

 

“TARANTO DEMOCRATICA

dalla dittatura alla Repubblica

(1943-1946)”

 

Introduce

 

GIOVANNI BATTAFARANO, Presidente ANPI Taranto

 

Interventi degli Autori

 

ALFREDO ANZOINO

ROBERTO NISTRI

PINO STEA

 

dell’Editore

 

PIERO MASSAFRA  

 

Conclusioni

 

CORRADO PETROCELLI Magnifico Rettore Università di Bari

 

 

Gli studenti e i cittadini sono invitati

ANPI Taranto – Via De Cesare 4 – Taranto

anpitaranto45@gmail.com

Riflessione di Pinuccio Stea

Aprile 17th, 2013 Nessun commento »

“Perché vi impegnate per ritrovare e mettere insieme documenti, ricordi, libri che riguardano fatti ormai lontanissimi ?”, “Perché continuate a parlare di Resistenza al fascismo e di Liberazione dal fascismo, quando ormai il fascismo non esiste più ?”, “Non si corre il rischio di contribuire a mantenere vive delle divisioni, che invece bisognerebbe superare nello spirito di una ritrovata “unità nazionale” ?”. Sono alcune delle domande che talvolta ci si sente porre, illustrando gli obiettivi di uno dei progetti che l’ANPI di Taranto sta portando avanti: quello della costruzione di un archivio/biblioteca dell’Antifascismo tarantino dal 1922 al 1946. Domande che, spesso poste in assoluta buonafede, sono il frutto di una sottile campagna portata avanti nel corso di questi anni tendente a mettere sullo stesso piano oppressori ed oppressi, che “in ogni caso erano, entrambi, portatori di valori”; anzi, talvolta, una simile operazione si spinge fino a tentare di ribaltare completamente la storia, puntando l’indice contro “i sanguinari partigiani” che si sarebbero resi responsabili “di incredibili efferatezze” contro gli “inermi” fascisti della RSI, che “si trovavano lì non per convinzione, ma per l’avverso destino” ! Il punto è, allora: ma è proprio morto il fascismo, non in quanto regime realizzatosi nel corso di un determinato periodo storico ma in quanto visione di rapporti nella società, di rapporti con chi è “diverso” dal punto di vista della razza, dal punto di vista religioso, dal punto di vista politico e culturale ? La realtà che stiamo vivendo in Europa, in una crisi drammatica e di portata epocale, ci dice esattamente il contrario: il rispuntare di fenomeni neofascisti e neonazisti in Grecia, con Alba Dorata, e in altri paesi come l’Ungheria ne è testimonianza. Ed anche in Italia assistiamo alla ripresa di giudizi “assolutori” nei confronti dell’esperienza fascista italiana, da parte di Berlusconi, di una parte degli ex AN e di altri. Sulla base di queste brevi considerazioni appare quindi evidente come la costruzione di un archivio/biblioteca dell’Antifascismo a Taranto, l’impegno a mantenere vivo il sentimento antifascista, non sia un’operazione che guarda al passato ed alla mera esigenza di ricordarlo, ma al contrario è un’operazione che guarda prevalentemente al presente ed al futuro della nostra Nazione per impedire il ripetersi di esperienze tragiche vissute dal popolo italiano. Pinuccio Stea