Settantesimo della Liberazione: 25 aprile 1945 – 25 aprile 2015 di Roberto Nistri
1. L’illusione della Fiera del Mare e la “bella morte” del Premio Taranto (1946-1953)
La città si era misurata onorevolmente con il grande conflitto mondiale, giocando un ruolo di primo piano nella fase finale della guerra, conseguendo riconoscimenti e apprezzamenti da parte delle forze alleate per l’eccellenza delle maestranze, in virtù anche di un apparato industriale conservato praticamente intatto: una eccezione fra le grandi città italiane. Inevitabili erano le preoccupazioni per l’azzeramento della flotta e una difficile riconversione da una economia di guerra a una di pace. Doveva da subito affacciarsi la richiesta, un po’ peregrina, di un “risarcimento” per l’impegno patriottico sostenuto dalla cittadinanza.
Si apriva una nuova stagione, non di entusiasmo ma certo di passione. Ricorrendo a un titolo di Dickens , Il racconto delle due città, abbastanza appropriato per la Taranto bimare, si potrebbe dire: “Era il migliore dei tempi, era il peggiore dei tempi”. Il 14 agosto 1946 veniva inaugurata, alla presenza del capo dello Stato Enrico De Nicola, la Fiera del Mare: una messa in valore di attrezzature e capacità produttive concernenti la cultura del mare e la capacità di creare un mercato marinaro, unico in Italia e in Europa. Un brand eccellente. Purtroppo l’iniziativa doveva svilupparsi fiorente in quel di Genova, mentre a Taranto nel ’51 la Fiera chiudeva i battenti: gli stands, diventati luoghi di convegno per coppiette, venivano demoliti con le ruspe: il fallimento di una imprenditoria sui generis, incapace di schiodarsi dalla monocultura statale. Continua a leggere: Cultura e territorio a Taranto